mercoledì 28 agosto 2013

I Nande










Popolo oticolture di lingua Bantu di regione del Kivu, nello Zaire nord orientale.  
Pur essendo, per loro stesa ammissione, un popolo di contadini orientati decisivamente verso lo sfruttamento delle risorse materiali e la produzione di beni, i Nande dedicano moltissimo tempo a quell’attività squisitamente sociale ed estetica che è la danza. Si danza nelle feste, nelle occasioni rituali o riunioni spontanee e improvvisate. Tutti prendono parte alle danze, ciascuno a suo modo rispettando con precisione le differenti categorie sociali. Esistono dunque danze specifiche per le donne, per gli uomini, per i bambini e per gli adolescenti, ed anche per alcuni specialisti come guaritori e le levatrici. Ogni rito di passaggio del ciclo della vita prevede una o più danze particolari, che costituiscono spesso il momento centrale della cerimonia. Così l’iniziazione maschile, che si considera completa al termine del periodo di segregazione nella foresta nel corso del quale i ragazzi vengono collettivamente circoncisi, viene sancita dal Munde, una danza maschile estremamente complessa e articolata dal punto di vista coreografico musicale. Anche l’investitura del guaritore, il Musaki, prevede l’esecuzione di numerose danze e si conclude al suo culmine co l’Obusingiri, una danza in cui i guaritori in trance si sfidano a vicenda mostrando pubblicamente i loro poteri magici, percuotendosi il corpo con la pelle di un roditore, detto Olusimba,simbolo di potere dell’alleanza del guaritore con il mondo animale. La danza obusigiri può essere ripetuta in altre occasioni della vita del guaritore, allo scopo di rafforzare il legame di quest’ultimo con gli spiriti. Anche la nascita, il matrimonio, il funerale e l’incoronazione prevedono l’esecuzione i danze specifiche,che costituiscono un momento centrale delle cerimonie rituali all’nterno delle quali la presenza degli antenati è vivamente sentita. Si può dunque ritenere che le danze costituiscano per i Nande dei momenti di espressione simbolica delle principali categorie sociali, dei compendi figurati dei contenuti dei diversi ruoli sociali. Ogni danza possiede un certo numero di gesti o figure che vengono riprodotti con una certa precisione. Movimenti delle spalle, del busto, del bacino, ancheggiamenti, contrazioni del ventre, battito dei piedi sul terreno, sono solo alcune tra lee figure che vengono articolate all’interno delle danze secondo una sorta di codice coreutico. La stessa natura, appunto coreutica, di queste figure, ne rende difficile una vera e propria decodificazione, una traduzione verbale, ma il contesto della danza offre la possibilità di interpretare il valore ed il significato. Queste figure contribuiscono infatti a costruire un discorso danzato che ellitticamente e simbolicamente sembra riferirsi ad alcuni grandi temi della cultura nande, temi di cui non si usa parlare esplicitamente. Non è possibile analizzare qui dettagliatamente le numerose danze del repertorio nande, propongo dunque due esempi che mi pare diano un’idea di come la danza riesca a creare un momento di comunicazione diffusa. Il primo esempio è quello delle danze della nascita. Eseguite alcuni giorni dopo il parto, ed esattamente al momento della caduta del cordone ombellicale durante un rito che possiamo considerare la nascita sociale dell’individuo, queste danze sono guidate dalle levatrici tradizionali, le vakekulu, ed avvengono in ambienti esclusivamente femminile. I maschi non son ammessi, ad eccezione dei suonatori ( poichè un tabù impedisce alle donne di suonare strumenti musicali). Il significato di queste danze rimanda a vari aspetti della vita delle donne, del sapere che compete loro e dei contenuti sociali del loro specifico ruolo. Ad una prima lettura troviamo, mimati dalle ballerine, alcune regole e consigli pratici per l’allevamento del neonato. La mukekulu mostra il modo di portare il bambino, legato alla pancia della madre i primi mesi e poi sul dorso quando avrà sviluppato una muscolatura sufficiente; il mdo di macinare il miglio per preparare la polenta, ed altre piccole situazioni della vita quotidiana. Il tema del cibo pervade profondamente queste danze, costituendone ilnucleo semantico fondamentale che rimanda ad una prerogativa importante della donna nande , quella di essere responsabile dell’intero ciclo della produzione alimentare. In quanto è lei che coltiva i campi e delle successive trasformazioni che lo rendono commestibile. Le canzoni eseguite durante le danze rafforzano quest’idea suggerendo il tema della donna cibo, che da produttrice di alimenti viene lei stessa “mangiata” all’interno del matrimonio istituzione che le donne nande riconoscono come fonte di sfruttamento del loro lavoro. Per inciso si può aggiungere la metafora “donna come cibo” è ancora una volta significativamente ribaltata nella credenza delle vali, le donne cannibali, che divorano l’anima delle persone a cui passano vicino. Il secondo esempio è costituito dalle danze del corteggiamento. Tutte le danze nande contengono un aspetto erotico, sintetizzato in una figura tra le più frequenti eseguite che è quella detta “omusero”. E’ un movimento del bacino che richiama abbastanza esplicitamente l’atto sessuale. Nei proverbi, delle favole e nei racconti questa figura di danza è metafora dell’atto sessuale in vista della procreazione. Musero na mwana significa letteralmente “ ancheggiamenti e figli”; eryta omusero ni mweno significa” passo di danza e andare a cercare “passo di danza e andare a cercare “ mentre ivarara ly’ ivaghe musero n’ihuga viene tradotto, forse in modo un’po’ figurato “il modo di dar nascita attraverso il marito, la danza coniugale è un aliseo”Dunque concettualmente l’associazione tra danza e atto sessuale è molto comune. Ma in particolare esistono specifiche danze del corteggiamento, in cui uomini e donne danzano insieme mettendo per così dire in scena l’incontro sessuale. Dunque concettualmente l’associazione tra danza e atto sessuale è molto comune. Ma in particolare esistono specifiche danze del corteggiamento in cui uomini e donne danzano insieme mettendo per così dire in scena l’incontro sessuale. Erisole, ekituta, enderku sono tutte espressioni culturalmente controllate e accettate. Amalembo è una danza di giovani durante la quale, secondo, secondo alcuni, si fanno offerte di matrimonio. In essa una figura particolare consente la scelta del partner; consiste nello sfiorare brevemente la spalla del compagno o della compagna prescelta in un gesto detto eripopora. I contenuti erotici sono dunque evidenti, al punto che l’eros sembra costituire la sfera di significati più toccata dalle danze Nande. D’altra parte i nande sembrano presentare una certa recitenza nel trattare a parole questo argomento. Anche l’analisi lessicale conferma l’idea che la sfera sessuale sfugga allavebalizzazione; tra le parole con cui si designa l’atto sessuale troviamo un folto gruppo di termini collegati al radicale –TET ( eriteta,cioè fare l’amore, omuteti, l’amante, oluteto,cioè l’atto sessuale, eritetera che significa :andare alla ricerca di un partner sessuale) che allo stesso tempo rimanda a comportamenti animali o infantili: il grido del pollo o il balbettio del neonato, a situazioni che possiamo dunque considerare appartenenti ad una sfera prelinguistica (Remotti 1987:80). La danza sembrerebbe dunque fornire un’espressione pubblica e sociale ad un comportamento per certi versi considerato presociale e inaffidabile. Nelle sue forme codificate e controllate la danza darebbe dunque una forma all’espressione dell’eros, costituirebbe in un certo senso un idioma per l’amore. In varie occasioni, come abbiamo visto , i Nande si trovano per danzare insieme esprimendo alcuni dei grandi temi della loro cultura. Al momento del lutto o del matrimonio, della nascita di un bambino o della sua iniziazione, o semplicemente nelle notti di luna piena, i Nande lasciano affiorare nella nanza i valori e le emozioni della vita dell’individuo, come l’eros,la riproduzione, la femminilità, valori che, pur non essendo espressi a parole, costituiscono una parte integrante della cultura NANDE

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