lunedì 2 giugno 2014

L’Arpa

                     


Questo strumento ha origini antichissime tanto che i primi a utilizzare questo strumento furono gli egizi circa nel 3000 A.C. All’inizio questo strumento si presentava di media grandezza della lunghezza di circa un metro, costruito con un legno arcuato  e con otto corde, ma successivamente lo strumento si fece più grande e con quasi finoa venti corde. Se ne conserva un esemplare che è stato datato circa al 2700 a.C. ritrovato a Ur (nell'odierno Iraq) da sir Leonard Woolley. L'arpa di cui parliamo era curvilinea e viene ancora costruita in Africa. L’uso di questo strumento era anche conosciuto dal popolo ebraico, mentre dai popoli greci e romanici fu disdegnato in favore della lira e della cetra. L’arpa in Europa ricomparve nei paesi nordici (in inrlanda e inghilterra) nel IV secolo. Dai paesi nordici successivamente si ridiffuse in tutta Europa diventando molto comune nel XIV secolo come accompagnatrice di canti e danze. Nel corso del tempo questo strumento ha avuto molte variazione che si possono dividere in tre categorie principali:

1) arpa comune formata da 24 corde

2) arpa irlandese formata da 43 corde

3) arpa doppia



Con l'aggiunta di varie modifiche tecniche l'arpa conquistò svariati paesi. La scuola d'arpa fu particolarmente brillante nella seconda metà del XVIII secolo in Francia, dove furono fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora conservate presso il Museo del Conservatorio di Parigi, il Museo della Scienza e della Tecnica di Monaco, il Museo dell'arpa Victor Salvi di Piasco (CN). Furono due liutai parigini, i Cousineau, nel 1760, a perfezionare il meccanismo dei pedali, applicando il sistema a uncinetto, che si rivelò molto più pratico dei precedenti e che si basava sull'azione del pedale su un tirante che - tramite una serie di leve - esercitava un'azione di attrazione sugli uncinetti e grazie a questi ultimi la corda veniva trascinata sui capotasti supplementari.Nel 1811 nacque a Londra l'arpa a doppio movimento, che consentì l'esecuzione in tutte le tonalità grazie alla possibilità di innalzare la corda di due semitoni; questa tecnologia è tuttora in uso a brevetto del francese Sébastien Érard, che nel 1786 aveva già realizzato l'arpa a sistema unico. L'arpa moderna fu poi perfezionata nel corso del medesimo secolo.È proprio in Francia che si può annoverare una grande diffusione di composizioni per arpa, tra le quali Danses sacrée et profane di Debussy, Introduction et allegro di Ravel, Impromptu, Une chatelaine en sa tour di Gabriel Fauré; il Petit livre de harpe de Madame Tardieu e il Concertino per arpa di Germaine Tailleferre. Già nei primi decenni del Novecento, l'arpa, grazie all'opera di numerosi arpisti ha iniziato ad essere impiegata anche in contesti musicali prettamente Jazzistici. Infatti, ancora oggi, per mano di musicisti contemporanei come Park Stickney, Edmar Castaneda o Marcella Carboni, l'arpa continua a prestare al Jazz la propria originale sonorità, grazie anche alla valorizzazione di particolari effetti tecnici ed esecutivi, come ad esempio la propensione ad enfatizzare il passaggio tra due semitoni con la sola azione del pedale senza dover tornare così a pizzicare la seconda nota, o come l'utilizzo percussionistico della tavola armonica. Qui sotto un esempio di concerto di due arpe suonate da un solo musicista:




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